venerdì 24 maggio 2019

Ama la terra come te stesso - Assisi - trascrizione dell'intervento di Guido Viale (non rivista dall'autore)

Allora buonasera.
intanto ringrazio gli organizzatori di questo incontro, di avermi invitato... vi chiedo scusa ma siccome domani devo essere a Milano per un altro incontro, prendo l'ultimo viaggio con i mezzi, devo prendere l'ultimo treno possibile, dovrò lasciare la riunione prima della sua conclusione.

Io mi chiamo Guido Viale e sono uno dei soci fondatori di un'associazione che si chiama Laudato si' - alleanza per il clima, la terra e la giustizia sociale. Ce ne sono molte di associazioni Laudato si', noi credo che siamo la più vecchia perché ci siamo costituiti nel giugno/luglio del 2015, subito dopo la pubblicazione dell'Enciclica. Spiegherò come mai quattro anni abbiamo seguito la ricezione, abbiamo cercato di seguire il modo in questa enciclica veniva recepita. Innanzitutto devo iniziare come fanno, me l'hanno spiegato oggi, le encicliche dei papi.

Sono d'accordo con tutto quello che è stato detto da Don Segatti (che mi ha portato via metà del mio intervento, questo mi permette di essere più breve...) tranne che per una questione, un rilievo che gli devo fare, cioè nel cosmo teandrico, la parola ANER che vuol dire uomo maschio - perché in greco "uomo" maschio/femmina si dice antropos, come in tedesco mensch. Non lo dico per fare un rilievo puntuale, che non me ne fregherebbe niente, ma perché nella Enciclica Laudato si' voi non troverete mai la parola "uomo", sempre "essere umano", per il papa, come capo di una gerarchia di soli maschi, com'è la chiesa cattolica nella sua costituzione; penso che questo costituisca per lo meno un passo avanti nel tentativo di includere anche le donne nel discorso che fa.



E' la prima - forse - associazione che si è costituita con questo nome e non lo faccio per rivendicare una prima genitura, ma perché questo ci ha permesso di constatare che la ricezione dell'enciclica è stata molto scarsa nel mondo cattolico che io frequento perché vengo invitato - all'inizio la nostra associazione si chiamava "Credenti e non credenti per la casa comune", io rappresento i non credenti - però vengo spesso invitato in ambienti ecclesiastici o in parrocchia per parlare dell'enciclica e discuterne.
Vedo che nel mondo cattolico è molto poco letta; è più letta in un certo segmento del mondo laico, quelli che ovviamente sono interessati ai temi, e questo perché noi come associazione Laudato si' riteniamo che l'enciclica sia il documento politico più importante che sia uscito nel corso dell'ultimo decennio, e che il papa Francesco, naturalmente con il supporto di chi l'avrà aiutato a redigere questo documento, sia la persona nel mondo che fra i così detti Grandi della Terra -quelli che hanno un'influenza politica o culturale sul mondo- sia la persona che maggiormente ha la possibilità di entrare in relazione con le istanze dell'ambientalismo integrale, che è poi l'ispirazione fondamentale di questa enciclica.
E lo dico in particolare in questo momento perché è l'unico in questo posizione di spicco, naturalmente, attraverso le interpretazioni, la divulgazione che di questo documento potrà essere dato, che può diventare un punto di riferimento per quello che secondo me è la maggiore novità politica e sociale di quest'ultimo periodo, e che è destinata a stravolgere il panorama politico che ci troviamo di fronte. E parlo del movimento che oggi si chiama Friday for future e cioè di milioni, per adesso centinaia di migliaia, di giovani, che finalmente si sono resi conto in quale condizione disastrosa lo sviluppo economico ha trascinato il nostro pianeta, tanto da pregiudicare il loro futuro e finalmente rendendosi conto di questa cosa hanno deciso di rivoltarsi.
Guardate che un movimento che non è destinato a finire perché purtroppo la gravità della situazione è destinata a riprodursi. Non c'è nessun politico - o uomo di governo - nel mondo di oggi, che abbia la capacità con la sua esperienza, con la sua cultura, o con le sue pratiche, di entrare in rapporto con questo movimento. Sono tutti d'altra parte... tranne papa Francesco, e questa cosa qua va presa in considerazione con tutti i limiti che questo può comportare.


La novità maggiore che accomuna per adesso il movimento Friday for future e l'enciclica, la predicazione di papa Francesco, è evidentemente una frase molto semplice: "non c'è più tempo", "Bisogna sbrigarsi perché le cose stanno volgendo al peggio", e se non si reagisce, ma in maniera radicale, alle tendenze in atto, non c'è più futuro. Non per il pianeta, che continuerà a vivere tranquillo e beato, anzi forse molto meglio perché non avrà più il disturbo della attività umana, ma sicuramente per la convivenza umana.
Qual è il tema di fondo di questa enciclica? È secondo me, in termini molto semplicistici, la connessione strettissima che papa Francesco stabilisce fra la giustizia sociale e la giustizi ambientale. Usando il termine giustizia ambientale perché riconosce che l'ambiente, cioè la Terra, il Creato, ha dei diritti che vanno rispettati, così come ce li hanno gli esseri umani, e che quindi c'è una continuità fra l'essere umano e il vivente e il creato, sono fatti della stessa materia, sono inclusi nella stessa casa comune, hanno entrambi una dignità che deve essere discesa, e non c'è possibilità né di arrestare il degrado del pianeta, né di riportare la giustizia o una maggiore equità nel mondo (due temi che lui lega strettamente) se non si affrontano questi temi contemporaneamente.

Quello che prima è stato definito "la fine della visione antropocentrica e l'inizio di una visione che mette al centro la continuità ontologica, per dire una parola grossa, esistenziale, fra l'essere umano e gli altri esseri viventi, e il mondo del creato, è un pensiero radicale che sovverte completamente il modo di affrontare i problemi che abbiamo tutti avuto nei secoli, e forse nei millenni scorsi, e anche per quelli che hanno una certa età come me, anche nel precedente corso della loro esistenza eccetera, ma che papa Francesco ha saputo mettere al centro della sua enciclica.


Quali sono le conseguenze?
Detta in maniera molto schematica è più politica innanzitutto c'è un solo modo per affrontare questa cosa, questo dramma, questo pericolo, questo rischio mortale, che la convivenza umana sta correndo, ed è la conversione ecologica. Papà francesco cita esplicitamente più volte nell'enciclica questo termine, che come alcuni di voi sanno, o forse tutti voi sapete, è stato introdotto nel lessico politico da Alex Langer 25 anni fa, e che rimanda sinteticamente alla duplice dimensione del cambiamento che va realizzato per salvare la convivenza e salvare l'ambiente; cioè, ci deve essere un cambiamento interiore anche spirituale, anche religioso, ma Alex era un credente, ma sostanzialmente chiede di percuotersi materialmente nei nostri stili di vita, e quindi nei consumi, per venire concretamente, ma questo da solo non basta, ci deve essere una cambiamento strutturale dell'organizzazione, del lavoro, della produzione, dell'uso delle risorse eccetera, senza il quale i nostri sforzi individuali hanno pochissimo peso. Questo è nuova anche rispetto ai tempi in cui Alex Langer (1946–1995) aveva potuto formulare questa cosa, perché oggi, a 20-25 anni di distanza, abbiamo davanti a noi delle esperienze che ci aiutano a capire che cosa si deve intendere per conversione ecologica ecc.
Faccio un esempio molto semplice: i GAS, gruppo di acquisto solidale , cambia il mio modo di consultare perché DECIDO congiuntamente, in maniera condivisa, non di mangiare tutti le stesse cose, o vestirci tutti alla stessa maniera, come ai tempi di Mao, ma di farlo insieme, cioè di discutere prima e prendere una decisione. Contemporaneamente mi collego con dei produttori, sia agricoli, che di trasformazione del cibo e poi ormai nel campo dell'energia, della mobilità, ci sono già esperienze di questo genere qua - e offro loro la possibilità di far fare loro una conversione del loro modo di produzione, perché io chiedo dei prodotti che abbiano delle specifiche e imparo dai produttori anche quali sono le tecniche e le forme organizzative che permettono di rispettare quelle specifiche. Contemporaneamente è una forma di autoeducazione, perché per fare queste cose qua bisogna imparare a usare di cose. Come nasce il cibo, come viene trasformato, quali sono i rischi maggiori che si rischiano consumando certe cose e così via. guardate questo tema qua, della conversione ecologica, ha delle implicazioni molto forti che riguardano anche il modo in cui questa nuova generazione di giovani che stanno prendendo coscienza dei rischi che corre il pianeta.
Innanzitutto è il fatto che far la conversione ecologica distrugge milioni di posti di lavoro; certamente ne crea molti di più, però è un problema che va affrontato e non può essere delegato soltanto ai governi; non ci può essere una delega come in parte ancora adesso vige nel modo in cui i giovani sono mobilitati. Cioè, io mi faccio vedere, io mi faccio sentire, io rivendico eccetera e poi i governi pensino loro a fare quello che è necessario.
Questa strada qua non può essere percorsa; bisogna che poco per volta, attraverso pratiche, o per lo meno progetti come quello che ho esemplificato nel GAS, siano le persone ad assumersi la responsabilità di dire per lo meno che cosa bisogna fare, e non delegare al governo che cosa bisogna fare.

Poi c'è un altro problema che riguarda molto da vicino il movimento no tav. Io giovane - io frequento quando posso alcune delle loro riunioni a milano eccetera - e dicono 2mah ai notav, per adesso non possiamo farlo, perché è divisivo; ci sono troppi che sono a favore, se mettiamo subito sul piatto questo tema qua, rischiamo di dividerci , mentre sul fatto che bisogna cambiare tutto e vivere ecologicamente ormai siamo tutti d'accordo, ci danno tutti ragioni".
E bravi, dico, sono tutti d'accordo perché hanno la possibilità di non fare assolutamente niente. La misura dell'accordo con la prospettiva di una conversione ecologica integrale, radicale, eccetera, si misura poi proprio nei fatti concreti; si fa il TAP o non si fa il TAP, si fa il TAV o non si fa il TAV, si fanno le trivelle o non si fanno, si fa il trasporto pubblico o non si fa, si fanno le Olimpiadi o non si fanno? Parlo delle Olimpiadi perché vengo da milano quindi chi viene da Torino capirà. E questa è la seconda cosa.


L'ultima cosa: c'è stato un intervento in una di queste assemblee molto chiaro, un ragazzino che ha detto: "il nostro nemico non è il padrone, non è il preside, non è il governo, non è il capitalismo.. il nostro nemico è la crescita. finché si penserà e si ragionerà così". Allora andate a vedere i discorsi di destra e di sinistra, dei più radicali: c'è un solo faro che illumina i loro discorsi, ovvero che bisogna crescere. alcuni dicono in una maniera, gli altri in un altro... ma se si fanno porcherie come il TAV e altre porcherie, è perché si pensa alla crescita indipendentemente da quello che si fa. Insomma qualsiasi cosa che possa aumentare il PIL, il fatturato, i guadagni eccetera, va bene.
Non scegliere che cosa bisogna fare e poi decidere quanto costa, con cosa finanziarlo, a cosa bisogna rinunciare per realizzare certe cose eccetera, ma puntare esclusivamente alla crescita. Questa è una cosa profondamente radicata non tanto, non solo, nella nostra cultura, ma nel nostro modo di esprimerci quotidianamente, di cui è difficile liberarci. Si fa in fretta e dire "decrescita", ma poi il problema è giorno per giorno vedere questo. Decrescita non è crescita.
Il problema è sostituire alla crescita come metodo di tutto il nostro essere, la vivibilità, la convivenza. questo aiuta la convivenza o ostacola la convivenza? Ci rende il mondo più amico o e noi amici del mondo, o aumenta la conflittualità nostra de mondo?


E volevo concludere così: ieri, due giorni fa, c'è stata una piccola assemblea alla Statale. C'erano due esponenti del movimento NO TAV della Val di Susa particolarmente efficaci nel loro modo di esprimersi eccetera. Riassumo qua perché forse quelli che vengono dalla val di susa conoscono già, però a me ha colpito particolarmente:

"Cos'è l'Alta Velocità?"
"l'alta velocità è io non sto bene, e qualcuno mi cura subito. Io non ho la casa, qualcuno si dà da fare per farmi una casa. Io non ho un lavoro, qualcuno si dà da fare per darmi un lavoro. Non che io arrivi due ore prima a... "
La vivibilità è sostanzialmente questo!

Grazie.



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