venerdì 24 maggio 2019

Ama la terra come te stesso - Assisi - trascrizione dell'intervento di Stefania Proietti - sindaco di Assisi


Grazie carissimi,
intanto grazie anche di esserci stati in un momento nostro questa mattina io ho approfittato; avete animato la nostra platea, piuttosto devo dire anche ben partecipata. Questa cosa vi sarà sembrata molto semplice, di fare questo calendario degli eventi, con il comune che ha preso coraggio e ha fatto il coordinatore, in realtà era attesa da tanto quindi a volte anche le amministrazioni con le cose semplici e poco costose fanno contenti i propri cittadini e mi scuso perché vedete ho una data e un tema però sono contenta perché mi dà il modo di dirvi alcune cose.
Questa sera cercherò di raccontarvi un po’ quelle piccole azioni che cerchiamo di portare avanti per la cura del creato e per cercare anche nuovi percorsi capaci di futuro – non solo per il Creato ma anche per la pace.
Come ho raccontato, che ho già raccontato al festival dell’economia civile – forse conoscete i professori Zamagni, Vecchietti, Bruni con i quali lavoravo da tempo essendo impegnata come cattolica sui temi della custodia del Creato e quindi ci siamo ritrovati e loro ci considerano un po’ – lo dico con grande onore  –  immeritatamente un’amministrazione che sta cercando di declinare quei principi attuandoli praticamente, anche perché, ecco, noi nasciamo da una lista civica e da una persona come me che è conosciuta da tutti, quindi prima ha avuto coraggio chi mi ha supportato, perché io come voi sono una persona molto libera.

Permettetemi due considerazioni personali mentre parlava Paolo: noi ci siamo incontrati più di un anno fa, quando il tema TAV, NO TAV, forse era meno confuso di adesso per le persone normali e come me che non vivono la vostra realtà di tutti i giorni, perché mentre prima un po’ si capiva, adesso non si capisce più niente, più nulla, quindi ho visto anche con favore provvidenzialmente che voi foste venuti qua - non stupitevi che non siamo in tanti , c’è il dottor Ranaldi con me, spero che da oggi pomeriggio, sapete abbiamo questo grande evento di un ragazzo santo che viene traslato in un santuario e gli Assisiani hanno sempre molteplici eventi e lavorano anche, perché avete visto che ci sono tante persone, però spero che qualcuno venga - e devo dirvi mi sono un po’ stupita piacevolmente e positivamente perché la nostra città ha accolto (non solo il sindaco Ronaldi qui con me, la giunta…) ha colto senza polemica questo vostro arrivo qui con la vostra bandiera qui sotto, perché adesso c’è anche “ma no, come No Tav, Sì Tav” non si capisce più niente, c’è una parte anche non molto politica che dice “sì, bisogna fare sennò…” 

Nella città vi posso dire che c’è stato un senso di accoglienza per questo vostro convegno, e spero che molti possano approfittare della stampa per capire meglio perché noi che nella nostra vita abbiamo avuto a che fare con i problemi ambientali anche quando io non ero sindaco. L’ho raccontato, vengo da una piccolissima frazione di Assisi che sta su quella montagna (dietro il Subasio), e ad un certo punto è stata tagliata fuori da tutto per una frana generata su una cava nel parco naturale insistente lì da trent'anni. Si decide di tagliar fuori una comunità dal mondo, chiudendoci la strada provinciale, poi anche la statale sottostante, e alla fine bisognava passare per Petrata...: un tragitto di cinque chilometri, che già ci fa essere periferia in questa piccola frazione fatta di anziani, diventava di venti chilometri su strade completamente sconnesse. Significava la morte, significava che quelle quaranta persone abitanti lì andavano spostate di lì. Io all'inizio di questa storia ero l’ingegnere più giovane, lavoravo sì in meccanica, ma subito avevo fatto la scelta della sostenibilità - era un motivo anche etico, mi motivava molto anche da cattolica, poi non lo faceva nessuno, quindi per me una strada  e poi ho scoperto anche che per un cattolico è vocazione perché lavorare, avere la fortuna, il privilegio di lavorare per l’ambiente, a un cattolica oggi più che mai (con papa Francesco , la Laudato sii, nel 2000 eravamo in pochi) però ti fa sentire motivato. E allora a un certo punto questa strada chiusa; certo uno scandalo, però io ero rimasta un po’ nelle retrovie, giovane ingegnere. Tutto il sistema diceva che si dovesse chiudere – era un’emergenza, una frana enorme – salvo che noi che abitavamo lì questa frana andavamo a visitarla tipo oggetto. “Andiamo a visitare lì questa frana”, “sì, sta lì da vent'anni, non si muove” provocata dalle mine che quando scoppiavano su questa cava per essere coltivata facevano rompere tutti i vetri di casa mia che sta a due chilometri di distanza, quindi immaginate questa montagna che forza ha avuto a resistere a sta roba qua. Insomma, io lì per lì per quattro mesi sono stata nelle retrovie, e c’era un comitato che più o meno – presidente della pro loco, altre persone – che si battevano. “ma no, non si risolvono le cose con un comitato, bisogna essere concreti, andare dalle istituzioni, parlarne...” se non che un anziano di 80 anni, siccome queste strade alternative erano impervie, in inverno con la neve non è stato raggiunto dall'ambulanza, e per pochissimo non è morto. Allora lì mi sono interrogata, da donna prima che da cattolica: ma posso io per una mia convenienza non espormi, e non andare a denunciare questa che è palesemente un’ingiustizia? Perché se la strada era pericolosa lo è stata per trent'anni, non lo diventa adesso per una segnalazione formale. Allora o non temevano per la nostra vita per trent'anni, oppure adesso c’è qualcosa che non va. E da lì, in quel momento, io e la mia cugina giornalista abbiamo cominciato a raccogliere dati, raccogliere documenti, ancora ce li ho sempre nel garage, lo dico sempre sono più alti di me. E abbiamo cominciato ad andare sui giornali e denunciare questo sperpero che avveniva, e noi vedevamo che lì per studiare si spendevano 500 mila euro, e poi ancora per fare degli altri super monitoraggi - che se veniva bloccato dal passaggio di un animale, non erano un monitoraggio serio -, però centinaia di mila euro, poi ad un certo punto con l’elicottero, mettere le reti, uno scandalo per il quale noi eravamo tagliati fuori da tutto e sapete ve lo dico anche sinceramente nessuna associazione ambientalista ci ha aiutato. Io lo dico adesso che sono sindaco; voi magari guardate la pagliuzza nell'occhio dell'altro ma la trave nel vostro no. Ci ha aiutato solo Coldiretti: ad un certo punto per dare una scossa facemmo una manifestazione con i trattori bloccando tutta Assisi, autorizzata, due ore. E le uniche bandiere che avevamo erano quelle di Coldiretti con noi. Nessun associazione ambientazione ha voluto stare con noi, ma tutta la struttura, ivi compresa il comune di Assisi, non ci stava vicino, pur essendoci una dicotomia politica, quindi una delle due parti avrebbe potuto. Beh, non ci siamo arresi e siamo arrivati alla Protezione Civile Nazionale, allora c'era Guido Bertolaso che ci ascoltò, lui è venuto e ci volle ricevere, volle il comitato ai tavoli della protezione civile. Noi diciamo "cinque milioni di euro solo per studiare e le barriere paramassi, allora andiamo dalla protezione civile". Sere e notti intere passate perché ad un certo punto una delle opere provvisionali doveva essere un muro che sta ancora lì che doveva essere messo in mezzo alla strada. "È provvisorio, sistemiamo sopra e lo togliamo subito"; adesso, sindaco di quel "sistemiamo sopra" per il quale noi abbiamo trovato i soldi, mi dicono "e per fortuna quella volta hai detto che quella volta ti stendevi in mezzo alla strada, adesso quel muro è diventata l'unica opera che permette la sistemazione della frana senza crearne un'altra". Sostanzialmente questo muro doveva venire creato a metà strada (2004) e noi avevamo detto se lo volete fare noi ci stendiamo in mezzo alla strada, lo farete sopra noi. Le amministrazioni sono state convinte, e il muro di terra armata che funge da diga,  è stato fatto fuori dalla strada provinciale e quando la strada e stata riaperta oggi questo muro è l'opera provvisionale che garantisce anche in caso di frana che non arrivi sulla strada; che senso aveva farlo in mezzo alla strada? Lì c'è stato un ascolto della popolazione.
La strada si è riaperta nel 2008, quattro anni di lotte, 270 articoli di giornale; si è riaperta perché ha messo non solo i soldi, la firma e la responsabilità Guido Bertolasso della protezione civile, perché nessuna istituzione si sarebbe presa la responsabilità di riaprire quella strada; la protezione civile ci ha messo i soldi e la faccia, la strada è stata riaperta, i soldi sono serviti anche per risistemare la strada, tutti felici, inaugurazione, dopo un anno ci chiamò l'allora comune "sapete il ministero dell'ambiente ha dato 2 milioni in più alla vostra frana per sistemarla". e noi "vabbè c'era già il muro, potevano darli a cose più importanti, ma ok" e lì ci hanno tagliato fuori da tutto, non ci hanno fatto sapere più niente.
Ma noi eravamo contenti, avevamo ottenuto la nostra vittoria, all'inaugurazione sulla strada c'erano tutte le istituzioni, tutti vittoriosi, una bellissima azione, perché a noi fondamentalmente era riuscito; non avevamo uno scopo politico, avevamo lo scopo di riaprire la strada.
Nel 2016 divento sindaco e vengo a scoprire che il Comune di Assisi aveva preso l'appalto di quei 2 milioni trovati in più per il dissesto idrogeologico e aveva fatto un progetto per portar via da quello parte "instabile" che in realtà non si muove (quella famosa frana) con un impatto di 260 mila metri cubi di roccia pregiata, uguale a 10 mila bilici che sarebbero dovuti passare dalla strada e per mettere in sicurezza avrebbero sventrato completamente la montagna. Io sono arrivata, era riaprire una cava; 260mila metri cubi, una follia.  Se io non fossi diventata sindaco - e raccontavo prima, il 6 aprile ho deciso di candidarmi e le elezioni ci sono state il 5 giugno (quindi oggi festeggio con voi 3 anni dalla scelta penso più bella della mia vita, essere al servizio della propria città, è la scelta più bella) se io non fossi diventata sindaco contro ogni anche pensiero mio (fino al 6 aprile neanche pensavo di provarci) - oggi ci troveremmo i 10mila camion che viaggiano, che rovinano tutta la strada, che sventrano la montagna, con la vendita di quel materiale, perché quello era l'oggetto dell'appalto. Ovviamente siamo arrivati noi, io ho ricoinvolto la protezione civile nazionale, voi potete immaginare che cos'è modificare (questo mi sento di dirlo) modificare un'appalto già fatto; la burocrazia purtroppo (lo devo dire) è più alleata dei disonesti che degli onesti, perché modificare un'appalto… "tu modifichi la ditta? Tu amministrazione?" io ho ricevuto anche delle lettere di minaccia anche pesanti dalle ditte coinvolte. "il sindaco è arrivato, e modifica. Non può farlo, perché il sindaco dà solo l'indirizzo politico, sono i dirigenti che decidono cosa fare cosa non fare". Per fortuna ho trovato nella regione del'Umbria quei dirigenti, che mi avevano conosciuta come Comitato che mi hanno ringraziato per quel muro fuori dalla strada, che hanno detto "ma sì veniamo con te al ministero a perorare questa causa" è assurdo quello che vuole fare il comune di Assisi, e cioè sventrare di nuovo la cava e vendere il materiale di cava. Così abbiamo sostanzialmente creato una variante che prevede il monitoraggio e prevede in questo cosiddetto "cono instabile" pensate che non è perché è fermissimo, e parole queste sono di professor Casagli di Firenze, che e fanno analisi su rocce in frana, e poi c'è stata un altro evento paradossalmente drammatico che per noi è stato risolutivo che è stato quello del terremoto del 2016; una scossa di 6.5 della scala Ritter se fossero state vere le teorie dell'instabilità lì sarebbe venuto giù tutto. Abbiamo avuto il collaudo della stabilità di quel cono lì. Quindi noi adesso con grandissima difficoltà lottando contro la burocrazia stiamo rivedendo l'appalto e stiamo richiedendo (ho fatto re-intervenire la protezione civile nazionale dove c'è Angelo Borrelli che al tempo era l'economo della Protezione C si ricordava benissimo di queste due ragazze che andavano giù che scrivevano i telegrammi a Bertolaso, scrivevano le mail alle 3 di notte, e ecco vi ho raccontato questo perché c'è una giustizia al fondo e penso che il vostro impegno sia un impegno comunque da encomiare. Io non so se bisogna o no fare la Tav, eppure essendo ingegnere meccanico non ho avuto mai neanche il tempo di studiare il tema, proprio sono come fossi una completa ignorante, però una cosa la so, e la dico e la ripeto sempre, che quando parlano le persone i cittadini che abitano la città o la campagna io ho dato questa percentuale: al 95% dei casi hanno ragione loro e qui dentro al comune capite crea un disagio, per me il 95% delle volte che parla chi vive nei territori, quando ci denuncia un fatto, ci denuncia un'anomalia, ha veramente ragione.
E allora vi o raccontato questa frana e chiudo con l'idea che stavo facendo no. In queste Grandi Opere non si può prescindere dall'ascolto dei territori. Certo, questa mi pare che è partita tanti anni fa, 40.. 30. Allora penso che la partecipazione era qualcosa di neanche concepito. Le Grandi Opere si buttavano giù sui territori. Oggi come oggi nostro dovere è ascoltare; faticoso eh, faticosissimo, perché bisogna ascoltare, stare insieme, stare in mezzo alla gente, ovviamente avere il coraggio di andare anche ad ascoltare le critiche per la propria azione amministrativa - però le  Grandi Opere non possono prescindere da un ascolto di chi i territori li vive.
Ma io lo dico senza dirmi "si tav" "no tav", i conti potrebbero anche dare ragione a chi dice si tav, i conti, certo quella foto che ci fate vedere della valle verde e del cantiere un po' di dubbi li crea anche in chi non conosce il tema, insomma, però devo dire che in generale l'impegno sono convinta che quello che dica Paolo è assolutamente un'esigenza, cioè i cattolici in quanto tali devono vivere e devono scegliere ogni giorno.
Vi dico un'espressione che io uso per un altro tema sul quale ci siamo schierati, che è il no alle bombe italiane in Yemen (anche quello mi dicono che è un tema che mi dicono "perché non ti hanno fermato").
Sarò brevissima, ma ci tenevo a raccontarvi: quando venne qui il papa nel 2013, papa Francesco, lui disse al Santuario della Spoliazione - dove poi mi vedrete andare via, perché lì vendono traslate le spoglie di Carlo - San Francesco non era un cattolico da pasticceria. Lo vedete in mezzo agli uccellini, sì ma non era un cattolico da pasticceria, ma era uno che *dà un pugno* si capisce da questa espressione cosa vuol dire, no? Ecco io l'ho mutuata come un "cerchiamo di non essere pacifisti da pasticceria", ma dopo vi spiego perché. Ma questo penso che sia per voi una - come dire - una giusta definizione.
Voi siete cattolici non certo da pasticceria, quelli a cui va tutto bene, poi magari guardiamo alla nostra convenienza personale. Ecco, i cattolici veri hanno il coraggio di studiare, di vedere e di schierarsi. Certo, quando si è cattolici da pasticceria tutti ci sorridono; io da ingegnere ambientale che si occupava di ambiente, donna, più difficile perché una donna dentro la chiesta - eppure era facile, perché tutti mi applaudivano. Quando ho deciso di mettermi in gioco e di entrare in politica perché è la mia città, perché non ho aspirazioni politiche se non quello di lasciare in questo tempo che mi è dato questa città meglio di come l'ho trovata, migliorata, perché è un dono anche solo esserci nati qui ad Assisi, ecco allora non è stato tutto più così facile, non è che tutti ti guardavano e ti applaudivano, come se si è cattolici da pasticceria, però se anche con un papa come questo, con dei valori come i nostri, con gli esempi fra tutti il primo Gesù Cristo, lo stesso San Francesco, noi non possiamo che essere così, intraprendere una buona battaglia se va dopo il discernimento, vedere giudicare ovviamente, no, che sia una buona battaglia e se giudichiamo che è una buona battaglia dobbiamo agire.
Per cui ecco il mio grazie per essere qui, anche con questo impegno, tanti chilometri, difficoltà ad arrivare, perché noi di strade ne abbiamo poche, però tante grazie, sono contenta di avervi ospitato qua, non a caso nelle giornate in cui c'è questo momento anche di santità legato appunto a Carlo. Velocissimamente solo per darvi una nota su- questa che magari vi lasci. Noi abbiamo tanto da fare ad Assisi, perché abbiamo avuto- vi faccio scorrere velocemente - siamo sì la capitale dell'ecologia perché siamo la città di San Francesco, patrono degli ecologisti, ma c'è tanto da fare. Noi abbiamo tantissimo da fare. Una città piccola come la nostra dal punto di vista ambientale - io qualche volta dico con un'esperta come me, il colmo per me è stare in un comune che ho trovato tanto indietro dal punto di vista ecologico, totalmente indietro dal punto di vista ecologico. E vi sembrerà incredibile ma in due anni quello che abbiamo fatto è così poco. Però stiamo iniziando a fare dei processi. Ecco qui vi racconto un po' degli eventi del 2016, due volte papa Francesco in 6 settimane, quindi capitale dell'ecologia nell'immaginario, ma nella realtà uno dei comuni più grandi dell'Umbria, vedete la chiazza rossa:siamo noi, quindi Assisi non è solo qua dove siete voi, centro storico senza cassonetti, differenziata 74%, eravamo a 59% con tutti i cassonetti in giro strabordanti di imballaggi perché abbiamo un flusso di 6 milioni di persone all'anno, quindi 1500 attività enogastronomica (550 sono le ricettive) dentro solo al centro storico, quindi quegli abbandoni lì, situazioni che vedete anche nei vostri luoghi, il dover ascoltare chi ci chiede le strade che non ci sono, e tante altre situazioni. Vedere, giudicare e agire - sapete che è un motto non certo mio, ma di Aparecida. Il DUP - documento unico di programmazione: tutti i comuni ce l'hanno qui dentro abbiamo cercato di scrivere i principi dell'economia civile; vedete quelli cerchiati aderire al patto dei sindaci, promuovere la riqualificazione energetica; i colori sono diversi perché ogni anno perché noi ne assegniamo ai dirigenti, che se non li raggiungono vengono - ci siamo inventati un sistema di misure per cui ogni obiettivo corrisponde un punteggio, e nella parte premiale del dirigente questo punteggio  - se vengono tutti raggiunti prendono il premio, la parte di posizione, se non vengono raggiunti viene decurtato in percentuale, non prendono tutti cento per cento. Dipende dagli obiettivi ecco. Patto dei sindaci abbiamo aderito, stiamo facendo tutte le azioni per portare questo comune a meno 40% di CO2 nel 2030 - ci sta lavorando l'università.
Ecco, alcune foto che rendono un poco l'idea di com'era la città quando l'abbiamo trovata e com'è oggi. Voi non trovate più un cassonetto perché c'è il ritiro porta a porta dedicato alle famiglie e alle attività. Quelli sono i nostri numeri, partiti con il 59%, arrivati al 74%, con un meno venticinque % di rifiuti che mandiamo in discarica all'anno. Paradosso che il sistema nel quale imbrigliati tariffario non puntuale a fronte di questi risultati sapete che ci dice? Allora "indifferenziato certo che fai tanto meno, ma l'impianto di Ponterio" per i quali prende i soldi un altro comune, lo preciso, "purtroppo lavorava bene con tanto rifiuti indifferenziato quindi adesso che ne mandi meno ti costa il doppio" la differenziata qui guardate c'è un attacco… qui c'è stata una commissione con mafie da poco, in Umbria. Noi in Umbria siamo meno di un quartiere di Roma, 800mila abitanti, noi abbiamo avuto anche noi l'incendio dell'impianto dove mandavamo la carta, la plastica, siamo tra i più bravi a differenziare. Poi c'è l'organico, c'è io abito in campagna, di organico ne produciamo 0, in quella campagna laggiù, ma chi produce l'organico sono quelle tante attività che fanno ricettività, allora l'organico purtroppo il costo ci è stato triplicato non perché costi di più ma perché la discarica dove si faceva il compostaggio, è stata non solo oggetto di un'interdittiva antimafia, è stata sequestrata perché nell'impianto del compostaggio veniva mescolato l’organico con tutti altri trattamenti, poi mandato in discarica mentre noi ci sforzavamo di non metterci neanche un pelino, quindi l'organico perfetto" ;  una truffa di 25milioni di euro ai danni dei comuni; ci siamo costituiti parte civile contro questa società, ma noi siamo parte civile contro questa società che, a quanto dicono i magistrati, avrebbe truffato dicendo a noi "dammi 'organico, faccio compostaggio di alta qualità. Costa tanto, ma poi ritorna", noi siamo parte civile, siamo in un processo, siamo costituiti contro tutti questi soggetti, siamo l'unico comune che è andato a prendere gli atti prima della costituzione, come mai? siamo 92 comune, gli altri dove stanno? Hanno avuto danni anche loro. Eppure, noi abbiamo ancora questi soggetti che smaltiscono i nostri rifiuti. Con i quali adempiere il contratto. L'anno scorso siamo riusciti a non alzare la tari di un euro, perché abbiamo preso soldi dal turismo, dalle tasse di soggiorno, e l'abbiamo riversati (553 mila euro) nel budget della tari, paga il comune, non facciamo pagare i cittadini, quest'anno non ci riusciamo perché l'hanno aumentata a dismisura per adempimento contrattuale, ma non posso anticiparlo qui, faremo un'azione dirompente contro questo contratto nel quale siamo imbrigliati.
Vado alla chiusura perché ve l'ho fatta troppo lunga.
Rifiuti zero, ecco guardare rifiuti zero, adesso noi siamo diventati bravi al 74%, ci sono due cose, due azioni da fare: un'azione culturale con i nostri ragazzi, bambini, nelle scuole, io vado in tutte le assemblee di istituto, racconto quello che era il mio lavoro, una scienziata del clima, adesso con Greta è diventato più famoso. Io ero una dei 12 italiani scienziati dei Ipcc (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) nel 2010, ante litteram, con il ministro dell'ambiente, veramente attento e veramente in gamba, forse perché è un militare che si è scontrato tante volte con questo tema, abbiamo siglato un protocollo di intesa: vogliamo raggiungere il plastic free.  L'abbiamo siglato il 4 ottobre. Il 4 ottobre prossimo faremo anche un'ordinanza che proibisce con sanzioni la plastica, però con operazioni come quella di oggi vogliamo portare il comune a ripristinare le 20 fontanelle pubbliche che abbiamo trovato nelle mura di Assisi tutte chiuse. Incredibilmente a chi manca il contatore, chi l'aveva rotta... abbiamo rifatto la piantina, abbiamo chiesto aiuto agli albergatori: noi forniremo una “borraccia di Assisi” con lo skyline del paese, devi venderla non regalarla, però aiutaci tu alla hall dell'albergo ai turisti che arrivano: "hai la scelta puoi comprarla l'acqua in plastica; se compri questa puoi portartela via come gadget, in Assisi trovi la piantina con tutte le fontanelle e fai un'azione per l'ambiente".  Termino col dirvi sull'altro tema dell'organico, come fare, abbiamo in animo, ma qui dobbiamo studiare perché qui appunto come sapete il pubblico non è mai facile, rendere obbligatorio il doggy bag, porto via il materiale. Ecco quelle sono azioni che ci traguardano verso i rifiuti zero , perché dobbiamo andare alla fonte.  Vi dico solo sulla mobilità sostenibile l'anno scorso abbiamo fatto una prova con navette elettriche gratuite, abbiamo rivelato che non sono comunque molto gradite dalle persone, dobbiamo fare un'azione incisiva sul traffico, perché lì siamo veramente in difficoltà, tenente conto che questo traffico in Assisi così congestionato è così dal 1989 quindi dobbiamo incidere sulla città con dei cambiamenti epocali perché dall'89 è cambiata un'epoca, però daremo sostegno a chi vorrà comprare un'auto elettrica e chi vorrà comprare una bici elettrica, anche col bike sharing.
Chiudo davvero però su questo tavolo. Assisi è bellissima, per me è la città più bella del mondo, per cui non c'è pari, è straordinariamente bella, chiunque arrivi ci restituisce l'immagine di una città straordinariamente pulita e quant'altro, anche noi abbiamo dei problemi enormi, soprattutto derivati dalla dissennata urbanistica in cui la politica non ha saputo non cedere alle lobby e alla speculazione, e siccome queste scottature si pagano dopo cicli di vent'anni, noi ci troviamo con situazioni di aziende che insistono all'interno di centri abitati, che hanno problemi a lavorare, perché nei centri abitati vicini alla basilica, anche qui avevamo deciso di ascoltare la gente, di non fare il conflitto; per una come me che viene da un comitato che senso ha fare conflitti, ma ha senso recuperare la fiducia nelle istituzioni.  Allora le persone che temono per la loro salute "venite da noi, che lo facciamo da noi in comune uno studio che nessuno ha mai fatto, se quella azienda A o quella azienda B ha avuto nel 30 anni passi un'incidenza sui tumori, sulle patologie, lo facciamo per il futuro, insieme però alle istituzioni che si mettono a tavolino con noi (l'ARPA, l’ASL, la Regione), e in trasparenza sulla base di questi dati che nessuno ha mai raccolto, perché queste istituzioni a volte non si parlano fra loro.
Allora il comune come negli eventi di oggi deve farsi tavolo dove far parlare le istituzioni per dire ai cittadini che devono recuperare la fiducia nelle loro istituzioni. Questo tavolo interistituzionale che abbiamo creato su un caso molto specifico è secondo me una delle più grandi e belle cose a livello amministrativo che siamo riusciti a fare, poi sulla mozione in Yemen avete capito bene penso di che si tratta, non sono scollegate le due cose: le guerre avvengono dove c'è il petrolio, o i suoi derivati, dove passa, o dove dovrebbe passare, per cui un'amministrazione che disinveste dal petrolio, che ogni nuovo investimento non lo fa sui fossili ma su altro, può dire la sua anche sulla pace.
Grazie.


sindaco di Assisi Stefania Proietti 

 



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