giovedì 20 agosto 2015

Lettera dei Giovani di Pax Christi - Val di Susa, inno al Creatore e casa comune: Custodire o distruggere?

VAL DI SUSA, INNO AL CREATORE E CASA COMUNE:
CUSTODIRE O DISTRUGGERE?


Una lettera dai giovani di Pax Christi Italia e Pax Christi France



Buon ferragosto e buona festa di Maria Assunta a tutti voi che forse siete in un posto meraviglioso come questa valle. Abbiamo aperto la “Laudato si” di Papa Francesco e leggerla qui fa un effetto davvero unico. Provate anche voi!


“in ogni parte del mondo accade che alcuni cittadini si preoccupano di un luogo pubblico, di una fontana, di una piazza, di un paesaggio, per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami o sorge un nuovo tessuto sociale. Così una comunità si libera dall’indifferenza consumistica.
In ogni parte del mondo accade che i movimenti dei consumatori riescono a far si che si smetta di acquistare certi prodotti. Senza la pressione della popolazione ci saranno sempre resistenze ad intervenire. Il movimento ecologico mondiale ha già fatto un lungo percorso arricchito dallo sforzo di molte organizzazioni della società civile. Grazie a tanto impegno, le questioni ambientali sono state sempre più presenti nell’agenda pubblica e sono diventate un invito permanente a pensare a lungo termine. Ciononostante, i Vertici mondiali sull’ambiente degli ultimi anni non hanno risposto alle aspettative per mancanza di decisione politica.
Da ogni parte del mondo possiamo unire le forze per la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale. Poiché sappiamo che le cose possono cambiare il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. Tra l’altro, nel dibattito sull’impatto ambientale di un’opera devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli e possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse economico immediato. Bisogna abbandonare l’idea di “interventi” sull’ambiente per dar luogo a politiche pensate e dibattute da tutte le parti interessate. Questa situazioni provocano i gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un’altra rotta. Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli.
E i giovani ci guardano e si domandano: com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi? I giovani esigono da noi un cambiamento. E dobbiamo credere che l’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune”

Papa Francesco “Laudato sì”



Dai cristiani della Val di Susa abbiamo imparato in questi giorni non solo a riconoscere le bellezze del creato, ma soprattutto ad alzare la voce per difendere questo dono di Dio dalle opere inutili e dannose come il tav.
Stando con loro non abbiamo certo visto quei violenti montanari egoisti che i media ci dipingono per convincerci che non si potrebbe più rinunciare al tav. Al contrario abbiamo capito che tutti dovremo assumerci l’impegno di denunciare questo scempio.
E ciò, come afferma il Papa, non è “disturbo da sognatori romantici né ostacolo da eludere”.

15 agosto 2015

Collettivo Giovani Pax Christi in Val di Susa 2015 


Il Collettivo Giovani di Pax Christi per la seconda volta in Val di Susa


IL COLLETTIVO GIOVANI DI PAX CHRISTI 
PER LA SECONDA VOLTA IN VAL DI SUSA

"Ne sono certo. Qui nella Val di Susa che resiste, sono certo che Davide taglierà ancora la testa a Golia!"
Sono parole impegnative quelle che monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo, presidente di Pax Christi, Italia pronuncia il 12 agosto al termine dell’incontro accuratamente preparato dai Cattolici per la vita della valle in “Borgata 8 dicembre” di Venaus, in presenza di un altro vescovo, il presidente di Pax Christi Francia, Marc Stenger, del coordinatore don Renato Sacco (che in Val di Susa conosciamo bene per la sua lotta agli F35) e a don Nandino Capovilla, che li ha “portati” in questo lembo di profondo nordovest. 

E’ stata una settimana intensa, anche faticosa, per chi come Eugenio Cantore, Paolo Anselmo, Maria Grazia Cabigiosu, Donatella Giunti, Gabriella Tittonel, Bruno Teghille e Barbara Debernardi che con tanti altri hanno reso possibile l’avvicendarsi di un numero straordinario di iniziative. Faticoso come salire su una delle nostre montagne, uno sforzo che ti ripaga con una vista che dal fondovalle potevi solo ricordare dall’ultima volta…
don Nandino progetta già di tornare a trovarci con il collettivo delle famiglie, Davide, (non il re biblico ma un giovane studente di Sulmona che frequenta una università parigina e grazie alla sua conoscenza profonda della lingua si è sobbarcato l’onere più grande di traduzione con gli amici francesi) tornerà tra settembre e ottobre per la tesi di laurea cui sta lavorando e che avrà nel Movimento No Tav e in particolare in Etinomia i suoi punti focali.
E a proposito di Francia va aggiunto che in questa seconda occasione di incontro si è deciso di “sconfinare” scegliendo la cittadina di Annecy come luogo per incontrarvi i locali esponenti di Pax Christi, gli ecologisti che si oppongono a un ecomostro che dovrebbe sorgere in riva al lago e Daniel Ibanez che con altri attivisti di Presidio Europa No Tav ha spiegato come quella contro la Lyon-Turin sia un’unica lotta a tutela dell’ecosistema e del corretto uso delle risorse ambientali ed economiche su entrambi i versanti delle Alpi.
“Camminare assieme” pare essere scritto nel comune dna, anche grazie a un’altra enciclica, Laudato Si', di cui si è iniziato a parlare nell’incontro di Bussoleno.
E che due vescovi abbiano diviso il pane con noi in un luogo che mai ne aveva visto neanche uno- (neppure durante la delicata rivolta popolare dell’Immacolata del 2005!) non può che far piacere a tutti, anche a “chi non crede”, ma se condivide la nostra lotta non è certo privo di ideali.
Le mie foto-ricordo sono disponibili al link sotto
- assieme ai ben più preziosi materiali postati dal gruppo dei cattolici per la vita della valle agli indirizzi che si trovano sul loro profilo, su quello di “Presidio No Tav Europa”, sui siti internet e mailing list del movimento.


Claudio Giorno

venerdì 14 agosto 2015

Bussoleno: dialogo con Pax Christi sull’Enciclica “Laudato si’ ” - audio


Bussoleno: dialogo con Pax Christi sull’Enciclica “Laudato si’ ”









audio dei relatori in .mp3


01 - Introduzione Donatella Giunti
02 - Intervento Barbara Debernardi e (Testo)
03 - Intervento Mario Cavargna
04 - Intervento Gigi Richetto
05 - Intervento don Nandino Capovilla




 





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IL NOSTRO NO alla Nuova Linea Torino Lione Venaus 2015_08_13

VENAUS - 13 AGOSTO 2015


Presentazione del gruppo 
e delle principali ragioni del nostro NO






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Bussoleno: dialogo con Pax Christi sull’Enciclica “Laudato si’”


di Barbara Debernardi  venerdì 14 agosto 2015

CAMMINIAMO CANTANDO!
Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta con ci tolgano la gioiadella speranza. (Laudato si’, 244.)

Il 10 novembre dell’anno scorso quasi 300 cristiani valsusini appartenenti al movimento No Tav scrivevano a Papa Francesco una lettera, nella quale chiedevano di essere aiutati a trovare ascolto e di essere ricevuti in occasione della vista che il Papa avrebbe fatto a Torino nel mese di giugno.
A quell’appello accorato in apparenza Papa Francesco non ha risposto. Nessuna telefonata è arrivata, nessun invito per un incontro romano o torinese.
È però arrivata una Enciclica, che, per quanto indirizzata a tutti gli abitanti di questa “casa comune” che è la nostra Madre Terra, in realtà rappresenta oggi la risposta più alta, autorevole ed appassionata a quel grido valsusino che risuona ormai da 25 anni, e che da 25 anni cerca di rompere quelle mura di silenzio, diffidenza e indifferenza che hanno provato (per fortuna inutilmente!) a costruire attorno alla Valle.
Certo, siamo tutti consapevoli che l’Enciclica non è stata scritta “solo” per noi. Ma siamo altrettanto consapevoli che in ogni suo paragrafo proprio di noi parla, proprio a noi pensa, proprio noi incoraggia. Enciclica quindi che andrebbe letta e meditata e riletta tutta, più volte e per intero. E che qui, dunque, ci limitiamo a ripercorrere nei suoi passaggi più forti e scritti con cuore e occhio più attentamente rivolti a “casa nostra”.
In 25 anni l’esperienza valsusina, nata come battaglia ambientalista, è cresciuta in competenza e consapevolezza.
Quella che è partita come difesa di un territorio ed è perciò stata immediatamente bollata come “sindrome Nimby”, è diventata con il tempo battaglia per i diritti dei più deboli, denuncia dei poteri forti, richiesta di giustizia, ricerca di un modo diverso di intendere il lavoro, il progresso economico e la qualità dell’esistere.
Papa Francesco, partendo dall’esempio del Santo di cui porta il nome, così fa eco a questa storia di Valle: “In lui (San Francesco) si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore.” (LS, 10)
e quindi
“… un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra, quanto il grido dei poveri.” (LS, 49)
In un quarto di secolo l’impegno del nostro territorio contro un’opera devastante e inutile ha dovuto fare i conti con il disinteresse dei più, con l’accusa di essere retrogradi e contro il progresso.
Anche di queste difficoltà Papa Francesco dimostra di essere perfettamente cosciente: “Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche.” (LS, 14)
E così ancora: “Nessuno vuole tornare all’epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane.” (LS, 114)
Il tentativo pluridecennale di cittadini e amministratori di accedere ai dati, di poter discutere realmente nel merito dei progetti, di ricevere e fornire una corretta informazione è stato costantemente in salita, ha dovuto fare i conti con miopia, omertà e meditata distorsione della realtà. Ma anche a questo proposito Papa Francesco parla a noi, parla di noi: “Occorre assicurare un dibattito scientifico e sociale che sia responsabile e ampio, in grado di considerare tutta l’informazione disponibile e di chiamare le cose con il loro nome. A volte non si mette sul tavolo l’informazione completa, ma la si seleziona secondo i propri interessi, siano essi politici, economici o ideologici … E’ necessario disporre di luoghi di dibattito in cui tutti quelli che si potrebbero vedere direttamente o indirettamente coinvolti … possano esporre le loro problematiche o accedere ad un’informazione estesa e affidabile per adottare decisioni orientate al bene comune presente e futuro.” (LS, 135)
Inoltre: “La previsione dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori, spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare e a un dibattito approfondito.
Uno studio di impatto ambientale non dovrebbe essere successivo alla elaborazione di un progetto produttivo o di qualsiasi politica, piano o programma. Va inserito fin dall’inizio e deve essere elaborato in modo interdisciplinare, trasparente e indipendente da ogni pressione economica o politica. Deve essere connesso con l’analisi delle condizioni di lavoro e dei possibili effetti sulla salute fisica e mentale delle persone, sull’economia locale, sulla sicurezza
Nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli, e possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse immediato …
La partecipazione richiede che tutti siano adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari rischi e possibilità e non si riduce alla decisione iniziale su un progetto …
C’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione … “ (LS, 182-183)
In questa prospettiva, come Papa Francesco evidenzia e come la comunità valsusina ha sempre sostenuto, vivendolo in prima persona, è fondamentale il ruolo dei cittadini, degli abitanti di un luogo, della cosiddetta “società civile”: “L’istanza locale può fare la differenza. È lì infatti che possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti.” (LS, 179)
Questo impegno in prima persona, spesso vissuto in modo totale e radicale, ha fatto si che il movimento No Tav valsusino venisse bollato di eccessiva radicalità, di ingiustificato appello alla resistenza, di estremismo.
Ma Papa Francesco non è meno tranchant, nel momento in cui non solo giustifica l’uso di legittimi strumenti di pressione, ma specifica che in certi contesti le vie di mezzo non sono altro che un modo di rallentare il disastro.
E infatti scrive: “E’ lodevole l’impegno di organizzazioni della società civile che sensibilizzano le popolazioni e cooperano in modo critico, anche utilizzando legittimi meccanismi di pressione, affinché ogni governo adempia il proprio e non delegabile dovere di preservare l’ambiente e le risorse naturali del proprio Paese, senza vendersi a ambigui interessi locali o internazionali.” (LS, 38)
Infatti: “Senza la pressione della popolazione … ci saranno sempre resistenze ad intervenire.” (LS, 181)
E poiché: “La cultura ecologica … dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico.” (LS, 111), si deve prendere atto che: “Non basta conciliare in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso. “ (LS, 194)
La risposta all’ appello valsusino del novembre scorso non poteva essere più chiara.

E la conclusione dell’Enciclica non poteva essere più adeguata al determinato, pacifico e gioioso cammino di questo nostro quarto di secolo:  
“CAMMINIAMO CANTANDO!

Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta con ci tolgano la gioia della speranza.” (LS, 244.)
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lunedì 10 agosto 2015

Dalla Val Susa all’Europa: “cantiere per un futuro possibile con la gente della Valle che resiste”




Dalla Val Susa all’Europa: “cantiere per un futuro possibile con la gente della Valle che resiste”


di Barbara Debernardi  domenica 9 agosto 2015

Il titolo potrebbe essere quello di un convegno o un incontro dedicato al movimento No Tav. Uno dei tanti costruiti in questi 25 anni di lotta. A renderlo speciale sono i soggetti promotori: il collettivo dei giovani di Pax Christi, che hanno nuovamente scelto la Valle di Susa per la loro annuale settimana di formazione.
Pax Christi è un movimento cattolico internazionale, riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, e ha come scopo principale la promozione di una cultura di pace e dei diritti umani, contro ogni militarizzazione e contro ogni guerra.

Al suo interno trova spazio il collettivo giovani, non condizionato da tessere di appartenenza e legato esclusivamente dalla condivisione dei principi cristiani ispiratori del movimento Pax Christi.
Sono questi giovani che periodicamente propongono esperienze tese alla ricerca di nuovi stili di vita, con particolare attenzione allo studio delle radici dei conflitti e alla critica dell’attuale modello di sviluppo. E la comunità valsusina che non lotta soltanto contro un treno, ma sperimenta la resistenza a un sistema economico e sociale imposto dai poteri forti rappresenta per questi giovani cristiani l’ambito ideale in cui fermarsi a condividere e riflettere.

La settimana dal 10 al 16 agosto per questi ragazzi e per don Nandino Capovilla, che come di consueto li accompagna, sarà particolarmente intensa. Gli arrivi, da tutta Italia, sono previsti nella serata di lunedì, con ospitalità in famiglia, secondo un modello ormai ben radicato. Martedì al gruppo si aggiungerà anche monsignor Marc Stenger, Vescovo di Pax Christi France. Sarà lui, insieme al collega italiano, monsignor Giovanni Ricchiuti e a don Renato Sacco che animeranno il primo dibattito, previsto mercoledì pomeriggio a Venaus. Dibattito che verrà approfondito il giorno successivo in Francia, con Daniel Ibanez (No Tav France) e Suor Hélèn Rendu, di Pax Christi France e venerdì pomeriggio a Bussoleno con il Forum sull’enciclica “Laudato Si”, al quale prenderanno parte Mario Cavargna, Barbara Debernardi, Gigi Richetto e don Nandino Capovilla.

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