Risposta all'articolo del "La Voce e il Tempo" 6 novembre 2018
Gentile
Direttore,
le
scriviamo dalla Valle di Susa, siamo un gruppo di donne e uomini
impegnati a vario titolo in diverse parrocchie della diocesi e da
alcuni anni seguiamo l'evolversi del progetto Torino-Lione riunendoci
nel Gruppo Cattolici per la Vita della Valle.
Vorremmo
condividere con lei e i lettori del giornale diocesano alcune
riflessioni e considerazioni che abbiamo sviluppato su questo tema,
alla luce della dottrina sociale della Chiesa e della Parola di Dio
che interpella i credenti sulle situazioni concrete della vita.
Riteniamo
che l'espressione usata nel Vangelo di Matteo 16,3 “Leggere i
segni dei tempi”, e circolata con convinzione negli anni
postconciliari, sia un compito sempre attuale e particolarmente
incalzante nella nostra epoca. Epoca che il chimico premio Nobel Paul
J. Crutzen ha definito “Antropocene” per indicare l'impatto senza
precedenti dell'azione umana sull'ambiente terrestre. La definizione
è largamente condivisa dagli scienziati più avveduti e anche il
Magistero della Chiesa ci offre molti spunti al riguardo, ne citiamo
un paio:
“L'antropocentrismo
moderno, paradossalmente, ha finito per collocare la ragione tecnica
al di sopra della realtà, perchè questo essere umano non sente più
la natura né come norma valida, né come vivente rifugio...La
mancanza di preoccupazione per misurare i danni alla natura e
l'impatto ambientale delle decisioni è solo il riflesso evidente di
un disinteresse a riconoscere il messaggio che la natura porta
inscritto nelle sue stesse strutture”, 115-117 Laudato Si',
Papa Francesco.
“Invece
di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della
creazione, l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare
la ribellione della natura”, 37 Centesimus annus, Papa Giovanni
Paolo II.
Il
processo di antropizzazione della Terra (la deforestazione,
l'urbanizzazione incontrollata, l'estrattivismo, la cementificazione
del territorio, l'invasione dei rifiuti....) esercita un'alterazione
sempre maggiore degli ecosistemi dando origine a fenomeni
preoccupanti quali il riscaldamento del clima, lo scioglimento dei
ghiacciai, la desertificazione...
Il
filosofo e teologo cattolico Raimon Panikkar utilizzava il termine
“Ecosofia” per indicare la saggezza di chi sa “ascoltare la
Terra” e agire di conseguenza; per lui la crisi ecologica attuale è
questione di vita o di morte per l'umanità e ciò la rende un
fenomeno religioso.
Le
Chiese cristiane si mobilitano per sensibilizzare i fedeli sulla
necessità di riflettere, pregare e promuovere iniziative per la
salvaguardia dell'ambiente. Nel 1989 il patriarca ecumenico di
Costantinopoli Dimitrios I proclamò il 1° settembre “Giornata
mondiale di preghiera per la creazione”, nel 2001 aderirono
all'iniziativa le principali chiese cristiane europee, con papa
Francesco nel 2015 vi aderì anche la Chiesa Cattolica. Ora i
cristiani di tutto il mondo sono invitati alla “Preghiera per la
creazione” nel periodo liturgico che va dal 1° settembre al 4
ottobre.
Il
movimento No Tav, composito nelle sue espressioni culturali, non
contrasta solo il progetto, ma si riconosce come coscienza critica
dell'attuale modello di sviluppo che pervicacemente mette il pianeta
alle corde, mentre “non c'è sviluppo in un popolo che volta le
spalle alla terra” (Papa Francesco tra i Mapuche, Cile 17
gennaio 2018).
Si
potrebbe dire che la valle di Susa si distingue per mettere a
confronto due opzioni esistenziali: quella del culto economico della
“crescita infinita”, di cui “Grandi Opere” sono paradigma; e
quella di un approccio filosofico in cui l'uomo vuole uscire dalla
condanna di una visione esclusivamente economica della vita e
comprenda che la Terra nel suo insieme è un organo vivente che ha
bisogno di cura e attenzione.
Con
l'opposizione alla Torino-Lione la valle è stata inserita tra i
teatri dei 2931 conflitti ambientali del pianeta censiti nel 2016
(con il contributo dell'Unione Europea attraverso l'European Research
Council) dal sito http://www.ejolt.org/
Le
lotte ambientali sono ormai di dimensione planetaria e mobilitano una
moltitudine di persone. In alcuni Paesi l'epilogo raggiunge esiti
drammatici: l'O.N.G. Global Witness il 2 febbraio di quest'anno ha
dato notizia che nel 2017 sono stati assassinati 217 attivisti/e, a
livello mondiale, per essersi opposti a governi e aziende predatori
delle loro terre. Le motivazioni che le innescano, seppure con
intensità differenti, sono ovunque molto simili: progetti calati
dall'alto con seguito di cantieri invasivi e devastanti, imposizioni
senza serio contraddittorio, indifferenza verso le istanze delle
Amministrazioni locali, controllo militare della vita quotidiana sul
territorio, forti limitazioni e restringimenti delle libertà
personali dei residenti, iniziative giudiziarie nei confronti dei
soggetti più rappresentativi tra gli oppositori.
Il
progetto Torino-Lione ricalca puntualmente le stesse dinamiche; un
osservatore inesperto potrebbe scambiare il cantiere di Chiomonte,
insediato nel 2011 per la perforazione di un tunnel geognostico, per
una base militare.
Abbiamo
seguito con attenzione l'evoluzione del progetto Torino-Lione e
abbiamo maturato la convinzione che non è un progetto credibile né
lungimirante, ma anzi fazioso (al contrario di quello di Cavour). I
promotori, per sostenerlo, si sono sempre avvalsi di una
spregiudicata campagna propagandistica che si affida anche a
sensazionali quanto ingiustificati allarmismi; facciamo un solo
esempio tra i tanti possibili: La Stampa di Torino il 15 ottobre 1991
annunciava “L'attuale linea Torino-Lione è quasi satura – TAV
subito o sarà tardi”.
Una
breve ricostruzione storica dimostra quanta commedia surreale, per
non dire ipocrisia, è stata utilizzata per convincere gli abitanti e
l'opinione pubblica. L’accordo firmato a Torino il 29 gennaio 2001
(Amato - Chirac), e tuttora valido, stabiliva all’art. 1 che la
condizione fondamentale e vincolante fosse “l’entrata in
servizio avvenga alla saturazione delle opere esistenti”. Forse
è proprio per questo motivo che per vent'anni i promotori hanno
insistito con i pretestuosi oracoli della saturazione (che non è mai
arrivata). In gennaio 2018 l’Osservatorio Tecnico presieduto da P.
Foietta pubblica un documento, istituito presso la Presidenza del
Consiglio, in cui afferma che “molte previsioni fatte 10 anni
fa...anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione
Europea, sono state smentite dai fatti”. Le conclusioni del
documento sono sorprendenti: “la sostanza è stata ampiamente
dibattuta anni fa e quindi non ha senso tornare su argomenti già
discussi su cui si è giunti ad una conclusione”. Quindi dopo
aver ammesso che le previsioni erano sbagliate (e diffuse a mezzo
mondo), invece di rimediarvi arrestandolo, l'Osservatorio rilancia il
progetto!
Il
progetto Torino-Lione, in perenne ricerca di giustificazioni: lo
vuole l'Europa, porta lavoro, è strategico, ... passato con
disinvoltura dal TAV (passeggeri) al TAC (merci), è rimasto l'ultimo
segmento che si tenta di fare sopravvivere al dissolvimento del
famoso corridoio Lisbona-Kiev.
Il
timore che ora il progetto possa essere veramente accantonato provoca
reazioni incontrollate: minacciose penali, terribili stime di
crescita zero per l'Italia, o addirittura “con lo sfacelo che
sta vivendo l'oftalmologia torinese, sono sempre di più i disabili
visivi che si recano presso l'ottimo ospedale di Lione, gli
ipovedenti dicono si alla Tav” (TorinOggi.it 02-11-2018)...come
se non fosse più ragionevole intervenire piuttosto sulle carenti
strutture sanitarie della città.
A
partire dal 1996 ci sono state almeno 60 manifestazioni di
contrarietà all'opera, in valle e fuori. La forza del movimento No
Tav risiede nella coscienza di impegnarsi per una causa comune e
smascherare quegli inganni che si nascondono dietro le “grandi
opere” inutili, imposte con l'uso della forza e inclini alla
presunzione di assumere il controllo sulla natura.
Fraterni
saluti
Paolo
Anselmo (Bruzolo), Laura Favro Bertrando (Sant'Antonino), Rosanna
Bonaudo (Caprie), Elisa Borgesa (Chiusa San Michele), Eugenio Cantore
(Sant'Ambrogio), Maria Grazia Cabigiosu, Donatella Giunti, Mira Mondo
(Condove), Roberto Perdoncin (Susa), Giorgio Perino (Bussoleno),
Gabriella Tittonel (Villar Dora)