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martedì 7 novembre 2017

martedì 21 novembre, ore 21,00
presso la biblioteca di Condove in Via Roma
fra' Beppe Giunti dialoga con il prof. Duccio Demetrio sul tema
"LA RELIGIOSITA' DELLA TERRA"

 

 

 


LA RELIGIOSITA’ DELLA TERRA

Riflessione sulla serata de “ il Grande Cortile” 2017/18 del 21 novembre a Condove
Duccio Demetrio ha scritto che la religiosità della terra è un modo di sentire umano tra i più immediati ed istintivi e che, di fronte alla natura, sia i credenti che i non credenti non possono che provare identiche emozioni.
Questa affermazione tocca le corde sensibili dei no tav e intriga quanti si dichiarano credenti. Il Gruppo Cattolici per la Vita della Valle ha ritenuto utile proporla come riflessione al pubblico del Grande Cortile e ha invitato Demetrio a parlarne insieme a Beppe Giunti, frate francescano.
La serata ha mantenuto il titolo del libro, “La religiosità della terra” e ha avuto luogo lo scorso 21 novembre 2017 nella biblioteca di Condove.
Il pubblico, evidentemente attratto da un tema che incuriosisce e affascina, ha gremito la sala.
Padre Beppe Giunti, no tav della prima ora e docente alla Pontificia Università di S.Bonaventura di Roma, esordisce ricordando che, pochi giorni addietro, estesi incendi hanno fatto piangere la terra di Val Susa e tutti hanno sentito il suo urlo in quella settimana di fuoco.
Duccio Demetrio, che partecipa per la prima volta ad un incontro del grande Cortile, si presenta dichiarandosi onorato di essere in valle di Susa, di avere seguito le vicende del movimento no tav e di essere caro a questa valle perchè da cinque anni frequenta la Scuola di Educazione Narrativa da lui fondata con don Ciotti alla Certosa della Mortera. In precedenza ha insegnato filosofia dell'educazione all'Università di Milano Bicocca.
Si definisce un non credente, “non mi definisco miscredente o ateo”, un perplesso secondo i parametri del teologo Vito Mancuso, che però è “abitato da sempre da un'attrazione per tutto ciò che riguarda la natura e in modo particolare la terra”.
Il primo intervento lo fa alzandosi in piedi e inzia ricordandoci l'importanza della memoria.
Con Saverio Tutino (per coincidenza di eventi scopriamo che è stato uno dei primi ospiti del Valsusa Filmfest), fondò nel 1998 la Libera Università dell'autobiografia di Anghiari: “attraverso la scrittura autobiografica, un ricordo diventa racconto da ritrasmettere”. Ci dice che se avesse rigettato la memoria ora sarebbe più povero di spiritualità, “perchè noi non credenti azzardiamo questa sorta di provocazione: accettare che ci sia qualcosa che ci oltrepassa che, né la scienza, nè altre strategie di conoscenza, potrà svelare, aiutandoci a riconoscere gli enigmi per i quali siamo sulla terra e c'è la vita”. Tale passione è nata in lui quand'era bambino: aveva quattro anni quando suo padre, con un piattino di bambagia umida e di lenticchie, gli fa sperimentare il senso dell'attesa che si trasforma in qualcosa di straordinario. “Quale forza, quale energia in quei semi che avevano rotto la crosta. Ero un piccolo pagano!”
Lui chiama religiosità della terra quello che i teologi chiamano religiosità naturale, che si determina dentro ciascuno di noi in prima battuta attraverso non la via della ragione ma del sentimento: “Io vivo ancora adesso degli stati di grazia, di sospensione del giudizio, «esercizi di ammirazione» secondo Edith Stein, oppure, come diceva Adriana Zarri «la mia messa inzia la mattina quando vado nell'orto»”. Secondo Demetrio questo legame travalica il rapporto con la bellezza e i paesaggi, è legame alla vita: “Ci sono possibilità continue di rigenerazione del proprio sentimento di essere al mondo e quando questo sentimento incomincia ad afflosciarsi inizia la distrazione, la noncuranza e l'egoismo di cui parla spesso il papa nell'enciclica, ciò che accade alla terra accade e accadrà a tutti noi”.
Giunti è un appassionato della Laudato Sì' e, a suo parere, l'enciclica non è ancora enciclica, cioè circolare (come fosse un'email) perchè non è stata ancora recepita da tutti i destinatari. Dice che la Laudato Sì' è rivoluzionaria per i contenuti e perchè è stata redatta con i contributi di vari esperti e pensatori. Purtroppo anche in molti ambienti cattolici è stata ridotta a poesiola per bambini, quando invece papa Bergoglio offre con essa uno spunto olistico, che significa del tutto, universale, complessivo, che unisce la crisi ambientale a quella umana-antropologica. “Un elemento di novità è che il papa chiama la Terra sorella e le attribuisce voce: questa sorella protesta per il male che le provochiamo con l'uso irresponsabile che ne facciamo. Fra i poveri più maltrattati e abbandonati c'è anche lei, la nostra terra che soffre”.
Il libro di Demetrio è un saggio autobiografico e vi è una consonanza inimmaginabile alla Laudato Sì'. Il sottotitolo è: una fede civile per la cura del mondo. Fede civile, spiega l'autore, significa auspicare un'alleanza tra il credente e il non credente dinanzi alla sorella terra che urla e che geme.
Il libro attraversa il rapporto con la vitalità dell'esistenza e del divenire del trascorrere del tempo. Dice Demetrio: “L'accorgersi che appartieni all'umanità e non sei solo tu, per me questo è motivo di sentimento religioso... ma non solo...c'è un'esigenza di riconciliazione con la terra e di riconoscenza nei confronti della terra”.
Giunti riprende su un elemento dell'anima francescana che - scritto minuscolo e pronunciato sottovoce - parte da una lettura di fede: “ogni ente, soggetto, che sia sorella acqua o fratello vento, è un'esperienza unitaria di una fonte dove nessuno è estraneo e diverso, ma è in unità; non è solo stato d'animo, perchè siamo fatti tutti della stessa terra, per Francesco veniamo tutti dallo stesso Padre.”
Francesco non dava ordini, ma ai suoi fratelli e sorelle lasciava delle disposizioni. Al frate ortolano raccomandava di lasciare una porzione di terra incolta in modo che i fiori e le piante spontanee potessero svilupparsi ed emanare i loro profumi, se occorreva la legna per riscaldarsi e cucinare chiedeva di non tagliare tutti gli alberi, ma di lasciare un pollone. La fede di Francesco non è nata sui libri ma dall'esperienza, compresa quella del carcere.
Ancora Giunti: “Ogni cosiddetta creatura non è disabitata dal Creatore, è orma, segno, parola, presenza e questo non è paganesimo, con tutto il rispetto del paganesimo che non è una brutta parola, ma mistica!”
Anche per Demetrio la terra e il cielo sono un unico corpo.
“La terra è unica ma è fatta anche di cielo, c'è una continua interazione, come anima e corpo, occorre riacquistare il senso del tutto, della costante corrispondenza; non c'è mai una cosa, una parola, un sentimento che non rinvii a qualcos'altro, non c'è nessuna unicità assoluta, tutto è in connessione. Che poi rimanda al senso dell'ospitalità”.
Nella scrittura autobiografica chi scrive scrive di sé, ma anche degli altri, in forma corale, di storia collettiva della comunità sociale e famigliare, vivendo momenti di meditazione che occorrono per entrare in una religiosità credente o in una religiosità che tace sulle spiegazioni ultime, ma che comunque è mossa da un identico coinvolgimento relativamente al mistero dell'esistente.
In filosofia, l'ontologia mette al primo posto l'esserci sempre-con, “non siamo mai assolutamente isolati, la solitudine la possiamo cercare come fonte di raccoglimento e di preghiera”.
Giunti evidenzia due parole che compaiono al paragrafo 59 della Laudato Sì': spensierata irresponsabilità, “che è un insieme di atteggiamenti, pratiche, battute, di non progetti politici, di non investimenti economici, di non programmi educativi, di velocità”. Dall'enciclica: «La spensierata irresponsabilità è un comportamento evasivo che serve per mantenere gli stili di vita consolidati e per alimentare i vizi autodistruttivi cercando di non vederli e rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse».
Giunti domanda a Demetrio: “Come possiamo far circolare pensieri responsabili e recuperare la parola responsabilità? Il mio essere tutt'uno con i fratelli e le creature, la mia correlazione con tutto, come può diventare corresponsabilità?”
Risponde l'autore del libro che la parola responsabilità è cruciale e, come richiamata dall'enciclica, significa rispondere a se stessi, agli altri, alla terra. Demetrio, come ricercatore in campo educativo, si affida all'ausilio della scrittura: “...perchè questa sedimenta, è potente, è forma di consolidamento della memoria per ulteriori analisi. Ecco lo scrivere in chiave eco-narrativa: la natura ha i suoi codici ma non sa raccontarsi, siamo noi a darle voce e se non la raccontiamo questa è un'ulteriore irresponsabilità perchè abdichiamo all'importanza del linguaggio”. Auspica che divenga racconto l'emozione che proveranno i ragazzi quando saranno accompagnati a camminare nei luoghi dell'incendio. “Ogni battaglia sociale e civile si vince attraverso il linguaggio, il potere del linguaggio, ho fiducia nel potere della parola, parola che sa riconquistare il silenzio (per questo Accademia del silenzio); quando la stessa parola diventa vacua, vuota è necessario ritrovare il gusto della parola, riscoprire quali sono le parole essenziali della nostra vita tra le quali la parola terra.”
Nella Bibbia, si domanda Giunti, emerge una presunta superiorità dell'uomo nei confronti delle altre creature, ma è corretta questa interpretazione? Gli studiosi di ebraico gli rispondono che il termine custodire è lo stesso verbo che indica il ruolo delle sentinelle del Tempio di Gerusalemme. Esse sono custodi, cioè responsabili del luogo unico dove abita Jahvè. “Se si comprende a fondo questo ruolo forse nasce il senso della responsabilità e quali cascate di conseguenze vengono in successione! ...Mi tolgo le scarpe, cammino scalzo... Chi si ritiene alla finestra del mondo cristiano e cattolico deve scegliare, è necessario superare la distanza mentale e il ritardo colpevole”.
Giunti nota che a pagina 23 del libro di Demetrio compare l'espressione La cura della casa comune; la stessa espressione la ritroviamo due anni dopo nell'enciclica Laudato Sì'. Forse il papa ha letto il libro di Demetrio?
“La cura della casa comune non è uno slogan, è ecologia, ambientalismo, politica, rivoluzione, Vangelo”.
A questo punto Demetrio legge alcune righe del paragrafo 217 dell'enciclica: «Se i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perchè i deserti interiori sono diventati così ampi, la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera col pretesto del realismo e della pragmaticità spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l'ambiente, altri sono passivi; manca loro dunque una conversione ecologica... proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona».
Demetrio nel suo libro dedica l'ultimo capitolo a questo argomento e pone l'interiorità come metafora di una terra incognita. Il dissodare la terra, rastrellarla, sono «gesti antichi, manuali, pazienti, ripetuti che ci parlano di quanto dovremmo fare rispetto a noi stessi per migliorare non in profitto e produzione, per crescere non soltanto in modo sostenibile, ma per aggiungere alla nostra sensibilità per la bellezza e alla fatica di rendere la terra migliore, un'attività rivolta a ciò che di noi non vediamo».
Ringraziamo gli ospiti per le parole profonde che ci hanno regalato.
Il movimento no tav, composto da credenti e non credenti che sentono la stessa sofferenza per la terra aggredita, da sempre si fa voce della terra che non ha voce.
Eugenio Cantore