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giovedì 3 novembre 2016

Lettere al "La Valsusa" e "Luna Nuova" di solidarietà a Nicoletta Dosio

Lettera al direttore

Dal 23 giugno scorso Nicoletta Dosio ha disubbidito, sempre dichiarandolo pubblicamente, prima all'obbligo di firma giornaliera e poi a quello di dimora a Bussoleno.
Lei dice che la sua casa non può essere una prigione e da qualche settimana l'ha lasciata. Siamo convinti che sia una scelta consapevole e meditata.
Il 28 settembre scrive: Aspettiamo con animo sereno: né sentenza di tribunale né sbarre di prigione potranno sopprimere la verità semplice e forte di questa nostra lotta”.
Il 12 ottobre scrive: Qui, sotto il gazebo, ci si attrezza per il freddo, in previsione di una resistenza che si allunga, ma che non ci spaventa né ci coglierà impreparati”.
Ci sentiamo interrogati dall'azione che Nicoletta sta compiendo e le siamo grati; non solo, le vogliamo dire la nostra vicinanza. Stiamo assistendo ad un gesto che ci costringe a riflettere. E' un gesto inedito nella lunga storia del movimento No Tav, un gesto che scuote le coscienze, che trasmette un insegnamento di giustizia e libertà, attraverso la disobbedienza civile.
Nicoletta cita Henry David Thoreau e accetta la prospettiva del carcere che diventa “il posto giusto per l'uomo giusto in un paese ingiusto” (24 settembre).
La disobbedienza civile è fondata sul presupposto, spesso misconosciuto, che l'obbedienza alla legge impegna la responsabilità del cittadino e che, di conseguenza, chi si sottomette ad una legge ingiusta si assume una parte di responsabilità di quella ingiustizia. Se la democrazia è conflitto, la disobbedienza civile è garanzia di democrazia.
Vogliamo qui ricordare un noto episodio del Vangelo: l'incontro di Gesù con le sorelle Marta e Maria. Marta è la padrona di casa, indaffarata nelle faccende domestiche, Maria invece è in atteggiamento di ascolto del maestro. Marta non sopporta che la sorella abbia trasgredito le regole, le norme che la tradizione e la morale hanno assegnato alle donne, cioè che Maria faccia il ruolo di un uomo, di un discepolo, e chiede a Gesù di ricacciarla nel ruolo in cui da sempre la tradizione ha posto le donne.
Ma Gesù, anziché rimproverare Maria, rimprovera la sorella.
Tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. (Lc 10,38-42)
Gesù dice che Maria ha scelto una parte che non può esserle tolta (può essere tolta ad una persona anche la vita) perché ha scelto la libertà, attraverso la trasgressione delle regole e delle norme di comportamento. Un conto è quando la libertà viene concessa – ed essendo concessa può anche essere ritirata – un conto è quando la libertà è frutto di una conquista personale. Quando uno conquista questa libertà nessuno gliela può togliere. Quella di Gesù non è una preferenza per una vita contemplativa a scapito di quella attiva, ma è un invito a fare la scelta della libertà.
Siamo persuasi che Nicoletta non ha scelto di vivere nell'incertezza e nella sofferenza fine a se stessa: lei ha scelto la libertà che neanche il carcere le può togliere.
In questo periodo Nicoletta sta effettivamente esercitando, con coraggio e serenità, il suo potere di cittadina libera e responsabile, e noi la sosteniamo e le diciamo così il nostro affetto.
Gruppo Cattolici per la Vita della Valle, 27 ottobre 2016





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NICOLETTA
Oggi Nicoletta Dosio ha deciso di andare al tribunale di Torino per seguire l'udienza d'appello del maxiprocesso con questa motivazioni lette pubblicamente:
"Quanto tempo è passato da quando i Padri costituenti, ancora animati dal vento di Liberazione che spazzò via il nazifascismo e accese nuove, ahimè disattese speranze, dichiaravano che «La resistenza, individuale e collettiva, agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino».
Quei diritti, quei doveri, per noi, per me, non sono un semplice slogan, ma ispirazione di vita e di azione. Dalla prima misura cautelare inflittami, l'obbligo di firma, sono passati ormai quattro mesi. Ora, attraverso i successivi aggravamenti, sono giunta agli arresti domiciliari, che non sto rispettando. Continuo la mia consapevole, condivisa, felice evasione contro provvedimenti preventivi che sono più che mai strumento di intimidazione, tentativo di minare una lotta giusta e collettiva, per questo irriducibile.
Evidentemente, il mio gesto di ribellione, che sono determinata a portare avanti fino in fondo, ha rotto lo schema di repressione che umilia le persone e le rende subalterne alle decisioni vendicative dei tribunali. La palese difficoltà del tribunale di Torino ad applicare quella che chiamano “l'obbligatorietà dell'azione penale” di fronte al mio pubblico e rivendicato “reato” di evasione è il maggior riconoscimento della forza di popolo che mi sostiene e insieme un messaggio attivo di fiducia e incoraggiamento per quanti subiscono arbitrii giudiziari che sembrano incontrastabili.
Un'evasione che vuole essere nuova tappa della lunga resistenza collettiva praticata dal movimento NO TAV contro i grandi, sporchi interessi del partito trasversale degli affari. In questo mondo dove il dominio dei più forti sui più deboli si fa guerra, razzismo, sfruttamento, devastazione sociale e ambientale, gravissima emergenza democratica contro chi non si adegua, si aprono tribunali e carceri.
Oggi, nel vostro Palazzo, per l'ennesima volta, si processano, insieme ai cinquantatre compagni imputati, la Libera Repubblica della Maddalena e tutto il popolo NO TAV. Anch'io sono parte di questo popolo, perciò sono qui, a testimoniare, come ho sempre fatto, complicità a compagne e compagni
Ho vissuto le giornate intense della Libera Repubblica, in cui si rafforzarono le radici della liberazione di Venaus e sperimentammo l'utopia realizzabile del ricevere da ognuno secondo le sue possibilità e del dare ad ognuno secondo i suoi bisogni.
Ero sulla barricata Stalingrado il 27 giugno 2011, a praticare la resistenza popolare contro gli armati e le ruspe giunte a sgomberarci. Ho visto e subìto la violenza poliziesca. Ho percorso i sentieri della Clarea il 3 luglio. Ho praticato l'assedio collettivo al cantiere; con donne, uomini, anziani e bambini ho respirato le migliaia di lacrimogeni lanciati quel giorno. Il ricordo e l'indignazione per tanta ingiustizia sono, insieme alle ragioni della opposizione comune contro le grandi male opere e il modello di vita e di sviluppo che le genera, alimento potente di una lotta che dura, si rafforza, si allarga e vincerà.
Non sono qui per costituirmi o per fiducia nella vostra giustizia: sarà la storia che ci assolverà."


Torino, 3 novembre 2013 Nicoletta Dosio ore 9,17
Dopo la lettura Nico è entrata nel tribunale ma lo schieramento di sbirri in tenuta antisommossa ha impedito agli altri NO TAV di entrare con Lei.
Ci risulta che prelevata dalla digos sia stata portata in questura dove, sembra, si trovi tutt'ora.


Torino, 3 novembre 2013 Nicoletta Dosio ore 15,38
Nico è stata arrestata per evasione e riportata a casa - dopo tre ore in questura - ai... domiciliari.
La lotta continua, Nicoletta comunica che il NOTAV TOUR continua, oggi pomeriggio ha potuto riabbracciare i suoi animaletti che le hanno fatto un sacco di feste, ma è di nuovo ora di evadere...
Forza Nico! Tutti i resistenti del mondo sono con te!



Claudio Giorno

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pubblichiamo la mail di un amico che con parte della sua comunità da Bologna ci è venuto a trovare in Clarea, a Veanus, e ha conosciuto Nicoletta, e la sua storia, alla Credenza di Bussoleno

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Carissimi,
abbiamo seguito la vicenda di oggi di Nicoletta.
La frase citata nel comunicato davanti al tribunale («La resistenza, individuale e collettiva, agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino».), come saprete è di Giuseppe Dossetti, figura a noi bolognesi carissima, sia per il suo contributo nella chiesa che nella realizzazione e difesa della Costituzione.
Sono parole forti, profonde che vengono da lontano, eppure sono così vicine, perchè affondano e risalgono trasformate, dalla coscienza di chi le accoglie con coraggio e libertà, come ha fatto Nicoletta, simbolo e voce oramai di un popolo intero.
Erri de Luca proprio oggi era a Bologna a presentare il suo ultimo libro. Sarei voluto andare per chiedergli una parola  riguardo a ciò che è accaduto oggi a Torino.
Quando subì il processo per aver rivendicato il diritto-dovere di sabotare la tav, scrissi alcuni brevi e modesti versi poetici.
Credo che valgano anche oggi per Nicoletta e tutti coloro che lottano con amore per un altro mondo possibile.


Innocenze
Siamo figli dell'innocenza,
nel diventare padri e madri di noi stessi
affidiamoci al duro e al tenero abbraccio della vita.
Ripudiamo le spietate sentenze di giudici iniqui,
al soldo di anime impietose,

avide di sottomissioni patetiche.
Solo la nostalgia di un orizzonte prossimo,
saprà risvegliare profumate speranze di frantoi copiosi e tini traboccanti....
E così ebbri di innocenze,
affronteremo l'esistenza,
celando l'aurora..


vi siamo molto grati per la "sofferta bellezza" della giornata di ieri.
Ai nostri amici che ci chiedevano notizie abbiamo raccontato che è stato un "ritiro spirituale".
La lotta No Tav va oltre....
In Brasile dove io e mia moglie siamo stati tre anni si canta:" io sento la presenza di Dio nella lotta, nella lotta, nella lotta.."
Grazie compagni di viaggio e di lotta.
Un abbraccio.
Giampaolo, a nome del nostro piccolo "presidio"di Bologna.
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